Tratto dal sito LexItalia.it, al link http://www.lexitalia.it/a/2017/98403
TAR MARCHE, SEZ. I – sentenza 4 dicembre 2017 n. 902
Atto amministrativo – Diritto di accesso – Nei confronti di un parere legale – Richiamato in un provvedimento di una Azienda Sanitaria – Di sospensione dal servizio di un proprio dipendente – Ove il provvedimento di sospensione risulti dettagliatamente e diffusamente motivato, a prescindere dal parere legale pro veritate quanto alle ragioni che lo hanno determinato – Non sussiste.
E’ legittimo il diniego espresso da una Azienda Sanitaria in merito ad una istanza ostensiva avanzata da un proprio dipendente, tendente ad ottenere copia del parere pro veritate – espresso da un consulente legale – richiamato nel provvedimento di sospensione cautelare dal servizio del medesimo dipendente, ove il provvedimento di sospensione risulti dettagliatamente e diffusamente motivato, a prescindere dal parere pro veritate, quanto alle ragioni che lo hanno determinato; in tal casi, infatti, non può escludersi che il parere sia stato acquisito dalla P.A. al solo fine di definire la strategia difensiva della Azienda Sanitaria, in vista di una situazione potenzialmente idonea a sfociare in un giudizio (come di fatto accaduto); con la conseguenza che, non potendo attribuirsi al medesimo parere funzione di atto endoprocedimentale e strumentale posto a sostegno del provvedimento di sospensione dal servizio, l’apporto consultivo deve ritenersi sottratto al diritto di accesso (1).
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(1) Nella motivazione della sentenza in rassegna, è stato ricordato che la giurisprudenza, condivisibilmente, ritiene che “la summa divisio circa l’ostensibilità o meno dei pareri legali consiste nell’individuazione della finalità che l’Amministrazione persegue con la richiesta del parere, nel senso che il diniego di accesso è illegittimo nel caso in cui il parere sia stato acquisito in relazione alla fase istruttoria del procedimento amministrativo, mentre l’ostensione è legittimamente negata quando il parere richiesto sia stato acquisito in rapporto ad una lite già in atto o ad una fase evidentemente precontenziosa o di lite potenziale al fine di definire la futura strategia difensiva dell’Amministrazione” (TAR Lazio Roma, sez. II, 4 gennaio 2016, n. 31).
“Il parere legale è ostensibile quando esso ha una funzione endoprocedimentale ed è quindi correlato ad un procedimento amministrativo che si conclude con un provvedimento ad esso collegato anche solo in termini sostanziali e, quindi, pur in assenza di un richiamo formale ad esso; mentre se ne nega l’accesso quando il parere viene espresso al fine di definire una strategia una volta insorto un determinato contenzioso, ovvero una volta iniziate situazioni potenzialmente idonee a sfociare in un giudizio” (Cons. Stato, sez. V, 5 maggio 2016, n. 1761).
Gli stessi principi sono stati ribaditi anche di recente dalla giurisprudenza (T.A.R. Sicilia Catania, sez. I, 31 gennaio 2017, n. 208 e T.A.R. Puglia Lecce, sez. II, 30 gennaio 2017, n. 171).